STRAGE DI CANI A CANICATTÌ: AVVELENATI CON LUMACHICIDA. ALMENO SEI MORTI TRA ATROCI SOFFERENZE

A Canicattì si sta consumando l’ennesima barbarie.

Negli ultimi giorni almeno sei cani sono stati ritrovati morti dopo aver ingerito lumachicida, un veleno potentissimo che provoca convulsioni, paralisi, soffocamento e una lunga agonia. Una crudele pratica diffusa da individui che agiscono nell’ombra, colpendo animali innocenti e indifesi.

Questa non è una “disattenzione”.

Non è un “incidente”.

È una strage premeditata.

Un pericolo per tutti

Il lumachicida è un veleno che non uccide solo i cani randagi o di proprietà:

  • può contaminare il terreno,

  • può essere ingerito da gatti, fauna selvatica,

  • può entrare in contatto con i bambini durante il gioco.

Ogni volta che qualcuno sparge veleno sul territorio, sta mettendo a rischio un’intera comunità.

Una sofferenza silenziata

Gli animali avvelenati spesso non vengono neppure trovati in tempo. Muiono nascosti, tremanti, tra dolore fisico e panico.

Chi compie gesti simili mostra un grado di crudeltà che dovrebbe allarmare profondamente ogni cittadino.

Non si può restare zitti.

Non si può “normalizzare” l’ennesimo avvelenamento.

Serve responsabilità collettiva

Come Associazione Uniti Per Salvarli ODV, chiediamo con forza:

  • maggiori controlli nelle aree interessate,

  • installazione di telecamere nelle zone sensibili,

  • tolleranza zero verso chi usa esche avvelenate,

  • segnalazioni immediate di qualsiasi comportamento sospetto.

Denunciare non è facoltativo: è un dovere morale.

Cosa può fare ogni cittadino

  • Tenere gli animali sotto controllo nelle zone a rischio.

  • Evitare passeggiate in aree isolate dove sono già stati segnalati avvelenamenti.

  • Avvisare subito l’associazione o le autorità in caso di ritrovamento di esche o animali in difficoltà.

  • Diffondere consapevolezza, rompendo il silenzio.

Chi avvelena è un criminale

Non importa quale sia la motivazione.

Non importa se si tratta di “intolleranza verso i randagi”, di “fastidio” o di “abitudini di paese”.

Avvelenare è un atto vigliacco, illegale e profondamente pericoloso.

Non esiste giustificazione.

Uniti contro la violenza

Noi continueremo a lottare, come facciamo da sempre.

Ma abbiamo bisogno della collaborazione della cittadinanza. La protezione degli animali è la protezione del territorio stesso.

Non permettiamo che l’ennesima strage cada nel silenzio.

Facciamo rumore, pretendiamo giustizia e protezione per chi non può difendersi.

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