Malta: delfini sfruttati per show e piscine fatiscenti

Nel cuore turistico di Malta, dietro la facciata del Mediterraneo Marine Park, si cela una realtà allarmante: cinque delfini maschi – Sol, Ninu, Cha, Rohan e Luqa – vivono reclusi in vasche sporche, prive di stimoli, obbligati a esibirsi ogni giorno in spettacoli dal sapore circense. A denunciare la situazione è Marine Connection, associazione internazionale che da tempo monitora le condizioni degli animali ospitati nella struttura.

Le immagini più recenti, risalenti al giugno 2024, mostrano piscine con evidenti proliferazioni di alghe e un ambiente degradato che non rispecchia in alcun modo il benessere minimo garantito da una gestione etica. Eppure, le autorità maltesi – in particolare il Veterinary Regulation Directorate (VRD) – hanno definito “adeguate” le condizioni dei delfini, chiudendo gli occhi di fronte a un peggioramento visibile.

La questione non è solo etica, ma anche legale: secondo la legislazione maltese attualmente in vigore, la definizione di “circo” include ogni spettacolo a scopo di lucro in cui animali vengono costretti a eseguire numeri che non riflettono il loro comportamento naturale, privi di valore educativo. È esattamente ciò che accade quotidianamente a Mediterraneo Marine Park, dove i delfini compiono salti, inchini e movimenti coreografici per intrattenere il pubblico pagante. Un’attività che, di fatto, viola l’articolo 31C dell’Animal Welfare Act, che prevede la revoca della licenza, la chiusura della struttura e il trasferimento degli animali.

Il parco non è nuovo alle controversie: in passato è emerso che tre delfini sono morti per avvelenamento da piombo, una tragedia che avrebbe dovuto far scattare controlli severi e riforme strutturali. E invece, tutto continua come se nulla fosse.

Fino al 2023, il parco è stato gestito anche dalla società italiana Costa Edutainment, che ancora oggi mantiene interessi nella struttura. Marine Connection ha invitato l’azienda a non voltarsi dall’altra parte e a contribuire al miglioramento delle condizioni dei delfini, spingendo per soluzioni alternative – come il trasferimento in santuari marini o la cessazione delle attività di intrattenimento.

È ora che Malta scelga da che parte stare: con la sofferenza mascherata da “educazione” o con il rispetto per creature intelligenti costrette a vivere nell’equivalente acquatico di una prigione.

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